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Publio Virgilio Marone (Publius Vergilius Maro)
Guida di Dante nell'Inferno e nel Purgatorio
Andes (Mantova), 15 ottobre 70 a.C. – Brindisi, 21 settembre 19 a.C.
Poeta romano, autore di: Bucoliche (Bucolica), Georgiche (Georgica), Eneide (Æneis).
Caronte
Inferno III 70-136
Traghettatore dell'Ade: trasportava le anime dei morti da una riva all'altra del fiume Acheronte.
Omero (Ὅμηρος)
Inferno IV 64-105
Poeta greco tradizionalmente considerato autore dell'Iliade (Ἰλιάς) e dell'Odissea (Ὀδύσσεια), viene incontrato da Dante nel Limbo, insieme ad altri "poeti antichi" (Orazio, Ovidio e Lucano)
Minosse (Μίνως )
Inferno V 1-24
Personaggio della mitologia greca, figlio di Zeus ed Europa, fu re di Creta. Considerato giusto, divenne uno dei giudici degli Inferi.
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Francesca da Rimini e Paolo Malatesta
Inferno V 73-108
Francesca, figlia di Guido da Polenta, signore di Ravenna, andò sposa, intorno al 1275-1282, a Gian Ciotto Malatesta, signore di Rimini. Innamoratasi del cognato Paolo, fu con lui uccisa dal marito, tra il 1283 e il 1286.
Cleopatra ( Κλεοπάτρα Θεὰ Φιλοπάτωρ)
Inferno V 63
70/69 a.C. – Alessandria d'Egitto, 12 agosto 30 a.C.
Regina d'Egitto dal 51 al 30 a.C., fu l'ultima sovrana della dinastia tolemaica
Scrivono di lei
Cerbero (Κέρβερος)
Inferno VI 13-33
Mostruoso cane a tre teste, con il corpo ricoperto di serpenti velenosi; nella mitologia greca è posto a guardia dell'ingresso degli Inferi.
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Ciacco
Inferno VI 34-75
Fra i golosi del terzo cerchio è l'unico a parlare con Dante e pronuncia la prima profezia sulle vicende politiche di Firenze. Il personaggio è citato anche nel Decameron di Boccaccio, ma non è stato individuato storicamente.
Pluto (πλούτων)
Inferno VII 1-15
Demone custode del IV Cerchio dell'Inferno (dove sono puniti avari e prodighi). Può essere identificato con Pluto, dio greco delle ricchezze, oppure, più probabilmente, con Plutone, dio degli Inferi e sposo di Proserpina.
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Flegias
Inferno VIII 13-30
Personaggio della mitologia classica, figlio di Marte e Crise, tentò di incendiare il tempio di Apollo a Delfi perché il dio aveva sedotto sua figlia Coronide.
Traghetta Dante e Virgilio attraverso la palude dello Stige.
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Farinata degli Uberti
Inferno VI 79, X 13-51 e 73-136
Manente degli Uberti (Firenze, 1212 circa – Firenze, 11 novembre 1264), detto Farinata per il colore biondo chiaro dei capelli, fu un condottiero ghibellino, appartenente ad una tra le più importanti famiglie nobili fiorentine.
Dante lo cita nel VI canto dell'Inferno e lo incontra nel X, tra gli eretici, in particolare tra gli epicurei che non credono nella vita dopo la morte.
Ezzelino III da Romano
Inferno XII 109-110
Onara, 25 aprile 1194 – Soncino, 27 settembre 1259
Signore della Marca Trevigiana, detto il Terribile per la sua crudeltà e ferocia, viene posto da Dante fra i tiranni, nel girone dei violenti contro il prossimo.
Scrivono di lui
Pietro della Vigna
Inferno XIII 31-108
Capua, 1190 circa – Pisa, 1249
Scrittore, politico e alto funzionario del Regno di Sicilia, cadde in disgrazia nel 1249 per motivi tuttora non chiari e fu arrestato come traditore. Imprigionato, si uccise battendo violentemente la testa contro le pareti della cella, per questo Dante lo colloca nella selva dei suicidi.
Scrivono di lui
Brunetto Latini
Inferno XV 22-124
Firenze, 1220 circa – 1294 o 1295
Letterato e uomo politico fiorentino; tra le sue opere Li livres dou Tresor, enciclopedia in lingua d'oïl, e Il Tesoretto, poema in volgare fiorentino.
Dante lo colloca tra i sodomiti (nel terzo girone del VII cerchio, violenti contro Dio, la natura e l'arte).
Scritti suoi e su di lui
Ulisse
(Ὀδυσσεύς)
Inferno XVI, Purgatorio XIX 22-23, Paradiso XXVII 83
Personaggio della mitologia greca, raccontato da Omero nell'Iliade e soprattutto nell'Odissea, opera di cui è protagonista.
Dante lo colloca fra i consiglieri fraudolenti dell'VIII Bolgia dell'VIII Cerchio dell'Inferno. Il poeta vede una fiamma con due punte, che avvolge due dannati; Virgilio spiega che dentro di essa sono puniti Ulisse e Diomede, colpevoli di vari inganni, fra cui quello del cavallo di Troia.
Ulisse, su richiesta di Dante e Virgilio, racconta il suo ultimo avventuroso viaggio: giunto con la nave alle colonne d'Ercole, limite delle terre conosciute, aveva esortato i compagni a oltrepassarle e continuare la navigazione verso l'ignoto; dopo circa cinque mesi, la nave era giunta in vista del monte del Purgatorio, ma una terribile tempesta l'aveva fatta affondare, causando la morte sua e di tutti i suoi compagni.
Scrivono su Omero e su Ulisse
Gano di Maganza
Inferno XXXII, 123
Gano è un personaggio della Chanson de Roland, poema del ciclo carolingio. Paladino di Carlo Magno, di cui è anche cognato, Gano si accorda con i Saraceni rivelando il modo per attaccare di sorpresa al passo di Roncisvalle la retroguardia dei Franchi, guidata da Orlando, suo figliastro. Orlando e gli altri soldati si battono coraggiosamente, ma vengono sconfitti e uccisi.
Per questo Dante pone Gano nell'ultimo cerchio dell'Inferno, tra i traditori della patria.
Chanson de Roland
Ugolino della Gherardesca
Inferno XXXII 124-139, XXXIII 1-90
Pisa 1210 - Pisa 1289
Ugolino della Gherardesca fu Conte di Donoratico e rivestì importanti cariche politiche a Pisa, fra il 1284 e il 1288.
I contrasti sorti con l'arcivescovo di Pisa Ruggieri degli Ubaldini (capofazione ghibellino) lo fecero cadere in disgrazia: nel luglio 1288 fu rinchiuso in una torre, con due figli, Gaddo e Uguccione, e i nipoti Anselmo e Nino. I cinque prigionieri furono lasciati morire di fame.
Dante pone Ugolino tra i traditori della patria, nella seconda zona del IX Cerchio dell'Inferno: è sepolto in una buca insieme all'arcivescovo Ruggieri, a cui addenta il cranio.
Giuda Iscariota
Inferno XXXIV 61-63
Uno dei dodici apostoli di Gesù, fu colui che lo tradì in cambio di trenta denari.
Dante lo colloca nella Giudecca (che da lui prende il nome), la parte del IX Cerchio dell'Inferno dove sono puniti i traditori dei benefattori.
Marco Giunio Bruto (Marcus Iunius Brutus)
Inferno XXXIV 55-69
Roma, 85 a.C. o 79-78 a.C. – Filippi, 23 ottobre 42 a.C.
Marco Giunio Bruto, oratore, filosofo, politico e senatore della Repubblica Romana, fu uno degli organizzatori della congiura delle Idi di marzo del 44 a.C. e degli assassini di Gaio Giulio Cesare.
Dante lo pone nella quarta zona di Cocito (IX Cerchio dell'Inferno), dove viene dilaniato dai denti di Lucifero, in quanto traditore del benefattore Cesare e dell'istituzione imperiale
Gaio Cassio Longino (Gaius Cassius Longinus)
Inferno XXXIV 55-69
Roma, 87/86 a.C. – Filippi, 3 ottobre 42 a.C
Politico romano, fu uno degli organizzatori della congiura che portò all'assassinio di Gaio Giulio Cesare.
Dante lo colloca nella quarta zona di Cocito (IX Cerchio dell'Inferno), tra i traditori dei benefattori, e lo condanna a essere dilaniato dai denti di Lucifero, insieme a Bruto e Giuda.
Cesare, vita e morte
Manfredi di Svevia
Purgatorio III 103-145
Venosa, 1232 – Benevento, 26 febbraio 1266
Figlio illegittimo dell'imperatore Federico II di Svevia e di Bianca Lancia, fu l'ultimo sovrano della dinastia sveva del Regno di Sicilia, dal 1258 alla morte.
Il 26 febbraio 1266, nella pianura intorno a Benevento, il suo esercito si scontrò con le truppe di Carlo I d'Angiò e Manfredi morì nella battaglia.
Dato che fu scomunicato da tre diversi papi (Innocenzo IV, Alessandro IV, Urbano IV), Dante lo colloca nel I ripiano dell'Antipurgatorio, tra coloro che sono condannati a sostare in quel luogo 30 volte il tempo della scomunica.
Pia de' Tolomei
Purgatorio V, 130-136
Gentildonna senese identificata dagli antichi commentatori come la Pia citata nel V canto del Purgatorio, tra i morti che hanno subito violenza e si sono pentiti in fin di vita.
Secondo alcune versioni della storia, Pia sposò Nello dei Pannocchieschi, signore del Castel di Pietra in Maremma e podestà di Volterra e Lucca. Sarebbe morta per volontà del marito, che l'avrebbe fatta gettare da una finestra, forse per gelosia o forse per poter contrarre un nuovo matrimonio.
Mentre le seconde nozze di Nello con Margherita Aldobrandeschi, contessa di Sovana e Pitigliano, sono certe, nulla si sa sul nome della precedente moglie; inoltre, al tempo di Nello, in casa Tolomei non risultavano esserci donne di nome Pia.
Scrivono di lei
Sordello da Goito
Purgatorio VI; VII; VIII
Goito 1200 circa - m. dopo il 1269
Nato a Goito, in territorio mantovano, riconosce Virgilio come suo concittadino («O Mantoano, io son Sordello de la tua terra!»).
Fu uno dei più famosi trovatori italiani. Restano di lui 42 poesie amorose, polemiche e morali, e il poemetto didascalico Ensenhamen d'onor. La sua opera più famosa è il Compianto in morte di ser Blacatz (Planher vuelh en Blacatz, composto probabilmente nel 1237)
Dante lo pone tra le anime del secondo balzo dell'Antipurgatorio.
Rodolfo I d'Asburgo
Purgatorio VII 91-96
1. maggio 1218 – Spira, 15 luglio 1291
Principe tedesco della Casa d'Asburgo e Rex Romanorum, conte d'Asburgo, Conte di Kyburg, langravio di Thurgau e conte di Löwenstein; Dante lo pone nell'Antipurgatorio, nella valletta dei principi negligenti, tra coloro che, troppo presi dalla gloria mondana, attesero all'ultimo momento per pentirsi.
Omberto Aldobrandeschi
Purgatorio XI 49-72
??? - Campagnatico 1259
Secondo figlio di Guglielmo, della casata degli Aldobrandeschi, conti di Soana e Pitigliano.
Ebbe la signoria di Campagnatico.
Sostenitore guelfo, si oppose alla ghibellina Siena e, secondo la testimonianza del cronista Angelo Dei, fu ucciso nel sonno da sicari senesi.
Dante lo colloca tra i superbi, perché l'orgoglio per la propria casata lo aveva portato a disprezzare gli altri.
Scrivono sugli Aldobrandeschi
Oderisi da Gubbio
Purgatorio XI 79-84
Gubbio, 1240 circa – Roma, 1299
Famoso miniatore, operò a Bologna e a Roma; la sua produzione artistica fu vasta, ma nessuna delle miniature oggi esistenti può essergli attribuita con sicurezza.
Dante lo ammirava e forse lo conobbe personalmente. Nel Purgatorio si trova tra i superbi, per avere eccessivamente stimato il proprio lavoro e sottovalutato le capacità degli altri miniatori.
Papa Adriano V
Purgatorio XIX 88-145
Genova, 1205 circa – Viterbo, 18 agosto 1276
Al secolo Ottobono Fieschi, della famiglia dei conti di Lavagna, fu papa dall'11 luglio al 18 agosto 1276.
Dante lo pone nella V cornice del Purgatorio, in cui si trovano gli avari e i prodighi.
Ugo Capeto
Purgatorio XX 34-96
Dourdan, 940 circa – Prasville, 24 ottobre 996
Re dei Franchi dal 987 al 996, capostipite della dinastia francese dei Capetingi.
Dante lo pone nella V cornice del Purgatorio, in cui si trovano gli avari e i prodighi.
Publio Papinio Stazio (Publius Papinius Statius)
Purgatorio XXI
Napoli, 45 circa – 96 circa
Poeta romano, autore di due poemi epici, la Tebaide (Thebais), opera in XII libri che narra la guerra dei sette contro Tebe e la lotta dei fratelli Eteocle e Polinice, e l'Achilleide (Achilleis), opera sulla vita di Achille, rimasta incompiuta; ha inoltre scritto le Silvae, una raccolta di 32 componimenti poetici divisi in cinque libri.
Accompagna Dante insieme a Virgilio nel XXI canto del Purgatorio
Nel nostro catalogo
Guido Guinizelli
Purgatorio XXIV 88-135
Bologna, 1237 – Monselice, 1276
Poeta considerato l'iniziatore della corrente letteraria del Dolce stil novo, di cui la sua canzone Al cor gentil rempaira sempre amore è considerata il manifesto ufficiale.
La sua opera principale è Il canzoniere, composto da 15 sonetti e 5 canzoni (alcuni di dubbia attribuzione). Dante lo pone nella VII Cornice del Purgatorio, tra i lussuriosi.
Nel nostro catalogo
Matelda
Purgatorio XXVIII-XXXIII
Dante la incontra nel Paradiso Terrestre, prima di Beatrice. Rappresenta la felicità della condizione umana prima del peccato originale.
Immerge il poeta nelle acque del fiume Lete, per cancellare la memoria dei peccati commessi e del fiume Eunoè, per rafforzare la memoria del bene fatto. Dopo questo rito Dante potrà salire al Paradiso Celeste.
Beatrice (Bice) Portinari
Purgatorio XXX-XXXIII
Firenze, 1266 circa – Firenze, 8 giugno 1290
Secondo la tradizione Beatrice Portinari viene identificata come la donna amata da Dante e sua musa ispiratrice. Di lei non sappiamo molto: figlia del banchiere fiorentino Folco, sposò giovanissima il figlio di un altro banchiere, Simone de' Bardi. Morì probabilmente a soli 24 anni, forse di parto.
Appare a Dante nel Paradiso Terrestre e sostituisce Virgilio, diventando la nuova guida del poeta per il passaggio al Paradiso.
Piccarda Donati
Paradiso III 34-57
Firenze, metà XIII secolo – Firenze, fine XIII secolo
Primo personaggio che Dante incontra nel Paradiso. Votatasi a Santa Chiara, aveva scelto di rinchiudersi nel convento dell'Ordine delle Clarisse, ma il fratello Corso Donati la costrinse a lasciare la vita religiosa per sposare Rossellino della Tosa.
Per questo si trova nel I Cielo, tra gli spiriti inadempienti: coloro che non compirono i voti perché costretti.
Costanza d'Altavilla
Paradiso III 109-130
Palermo, 2 novembre 1154 – Palermo, 27 novembre 1198
Figlia postuma di Ruggero II re di Sicilia e della sua terza moglie Beatrice di Rethel, secondo la tradizione popolare sarebbe entrata in un convento in gioventù (non ci sono riscontri al riguardo) e sarebbe poi stata costretta ad uscirne per sposare Enrico VI di Svevia, figlio dell'imperatore Federico Barbarossa.
Anche lei si trova fra gli spiriti inadempienti, perché costretta a non compiere i voti.
san Tommaso d'Aquino
Paradiso X 82-148
Roccasecca, 1225 – Abbazia di Fossanova, 7 marzo 1274
Frate domenicano, teologo, filosofo e accademico italiano, esponente della Scolastica, era definito Doctor Angelicus dai suoi contemporanei. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica che dal 1567 lo considera anche dottore della Chiesa.
Dante lo incontra nel Cielo del Sole, fra gli spiriti sapienti.
Salomone
Paradiso XIII 88-111
Gerusalemme, 1011 a.C. ca – Gerusalemme, 931 a.C. ca)
Figlio di Davide e Betsabea, secondo la Bibbia fu il terzo re d'Israele, circa dal 970 al 930 a.C.
La sua saggezza è proverbiale e per questo Dante lo incontra nel Cielo del Sole, fra gli spiriti sapienti.
Ugo da san Vittore
Paradiso XII 133
Ducato di Sassonia, 1096 circa – Parigi, 11 febbraio 1141
Ugo di San Vittore, o Hugues de Saint-Victor è stato un teologo, filosofo, cardinale e vescovo cattolico francese
Fu uno dei principali esponenti della filosofia scolastica agostiniana ed è venerato come beato dalla Chiesa cattolica.
Dante lo pone nel Cielo del Sole, fra gli spiriti sapienti.
san Bonaventura
Paradiso XII 31-105
Bagnoregio, 1217/1221 circa – Lione, 15 luglio 1274
Filosofo e teologo, studiò e insegnò alla Sorbona di Parigi e fu amico di san Tommaso d'Aquino.
Venne canonizzato da papa Sisto IV nel 1482 e proclamato Dottore della Chiesa da papa Sisto V nel 1588, ricevendo l'appellativo “Doctor Seraphicus”. È considerato uno tra i più importanti biografi di san Francesco d'Assisi.
Dante lo incontra nel Cielo del Sole, fra gli spiriti sapienti.
Gioacchino da Fiore
Paradiso XII 127-145
Celico, 1130 circa – Pietrafitta, 30 marzo 1202
Nato da famiglia agiata, si fece monaco cistercense presso l'abbazia della Sambucina, poi divenne abate nel monastero di Santa Maria di Corazzo.
Le responsabilità di comando non si addicevano al suo carattere, pertanto chiese a papa Lucio III un incarico più adatto alla sua natura di studioso. Il papa gli consentì l'istituzione dell'Ordine Florense presso l’abbazia di San Giovanni in Fiore.
La nuova Regola, approvata da Celestino III nel 1196, era orientata alla preghiera ed alla meditazione.
Nella sua vasta produzione letteraria spiccano Concordia Novi ac Veteris Testamenti, Expositio in Apocalypsim,
Psalterium decem chordarum.
Dante lo colloca nel IV Cielo, tra teologi, mistici e dotti.
Nel nostro catalogo
Cacciaguida
Paradiso XV-XVII
Firenze, 1091 circa – Palestina, 1148 circa
Cacciaguida, trisavolo di Dante, fu il capostipite della casata degli Elisei Alighieri. Investito cavaliere, partecipò alla seconda crociata (1147-1149), dove trovò la morte. Per questo si trova nel Cielo di Marte, tra gli spiriti militanti.
Nei canti XV e XVI Cacciaguida racconta al discendente com'era Firenze ai suoi tempi e quali siano state le cause delle discordie e della perdita degli antichi valori.
Nel canto XVII predice a Dante l'esilio da Firenze.
san Pier Damiani
Paradiso XXI 43-142
Ravenna, 1007 – Faenza, 21 febbraio 1073
Pier Damiani fu teologo, vescovo e cardinale; è stato proclamato dottore della Chiesa nel 1828 ed è venerato come santo dalla Chiesa cattolica.
Intraprese un'azione moralizzatrice della Chiesa del suo tempo, prendendo posizione contro la simonia (compravendita di cariche ecclesiastiche) e il nicolaismo (interpretazione lassista del celibato ecclesiastico).
Scrisse varie opere liturgiche, teologiche e morali ed è considerato uno dei migliori latinisti del suo tempo.
Fu fautore della distinzione fra autorità religiosa e potere politico.
Dante lo pone nel Cielo di Saturno, tra gli spiriti contemplativi.
san Benedetto
Paradiso XXII 25-72
Norcia, 480 circa – Montecassino, 21 marzo 547
San Benedetto fondò il monastero di Montecassino e compose la sua Regola verso il 540.
La Regola prevedeva l'obbligo di risiedere per tutta la vita nello stesso monastero, la rettitudine morale, la pietà reciproca e l'alternanza nella giornata di preghiera e lavoro (secondo il motto ora et labora).
Dante lo incontra nel Cielo di Saturno, tra gli spiriti contemplativi.
santa Lucia
Paradiso XXXII 115-151
Siracusa, 283 – Siracusa, 13 dicembre 304
Martire cristiana durante le persecuzioni volute dall’imperatore Diocleziano (inizio IV secolo).
È venerata come santa dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa ed è considerata protettrice della vista per via del suo nome (dal latino Lux, luce).
Dante la incontra nell'Empireo, fra i santi maggiori.
san Bernardo di Chiaravalle
Paradiso XXXII-XXXIII
Fontaine-lès-Dijon, 1090 – Ville-sous-la-Ferté, 20 agosto 1153
Monaco e teologo francese, fu il fondatore dell'abbazia di Clairvaux, di cui fu abate, e di altri monasteri.
Fu canonizzato nel 1174 da papa Alessandro III e dichiarato dottore della Chiesa da papa Pio VIII nel 1830.
Fa da guida a Dante per l'ultima parte del suo viaggio e, in virtù della sua devozione mariana, pronuncia la preghiera alla Vergine che apre il Canto XXXIII.